Modi di comporre
Griglia 2D
Nella prima ipotesi considero l'area di intervento una scacchiera.
La griglia è individuata dalle linee-guida del lotto e dai fabbricati esistenti.
Su questa griglia muovo le "mie pedine" lungo gli assi x e y determinando così i pieni e i vuoti ovvero il costruito e i percorsi che nel mio progetto sono considerati dei "solchi"
Griglia 3D
Nella seconda ipotesi immagino di muovere le "mie pedine" in una griglia tridimensionale.
Il gioco che chiamerei Up and Down è quello di innalzare le pedine al di sopra del suolo urbano ma allo stesso tempo di inserirle nel suolo stesso creando un nastro che modella il suolo, lo scava e lo eleva per renderlo edificio...
Ed è in questo senso che la "piega" mi aiuta nell'atto compositivo.
Abitare la piega
Franco Purini parla del "piegare" come "prima operazione compositiva capace di dar luogo ad uno spazio" e sottolinea come la valenza dell'atto compositivo non cambi in presenza di linee curve o di un reticolo prospettico-cartesiano: "piegare è piegare sia nel mondo di Borromini sia nell'universo di Terragni".
Il concetto di "piega" che si pone in evidenza è in prima istanza quello dell'architettura del suolo, del landform, della piegatura o folding come operazione tettonica, stratigrafico-topografica che lavora facendo emergere o immergere strati e pieghe "geologiche" del palinsesto territoriale..
Il suolo emerge come fondamentale elemento ed attore di un'architettura che riconosce da un lato il paesaggio come primo interlocutore e si costituisce inoltre come parte di esso, modificazione, alterazione, ibridazione dello stesso.
Questo particolare modo di concepire il progetto interpreta "intensamente" il rapporto tra edificio e suolo fino ad assumere quest'ultimo come elemento generativo dell'idea di architettura.
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