domenica 29 maggio 2011

DISCARIC ART
A cura di Roberto Lucifero direttore della Cappella Orsini

Progetto DISCARIC ART

La discarica oltre ad essere un luogo fisico è diventato un luogo simbolo dell’inconscio collettivo, il luogo deputato ad accogliere tutto ciò che la Società contemporanea rimuove.
Sulla base di questo presupposto si sviluppa il progetto Discaricart che ha l’obiettivo di mostrare come la coscienza del “vuoto etico” costituisca una metafora di come l’estetica tradizionale può provare una sua gratificazione anche nella rappresentazione della spazzatura.
La discarica è diventata il simbolo dell’emarginazione , del disagio urbano, di quel disordine che la società cerca in tutti i modi di rimuovere.
La parola inglese “waste” in italiano significa sperpero, spreco, rifiuto, scarto, spazzatura, detriti, escrementi, deperimento, deserto, e ancora residuo, rimasto, superfluo, avanzato, arido, desolato, sterile, improduttivo, sintetizza il tabù contemporaneo di ciò che è inclassificabile.
Il progetto DISCARICART ha la funzione di ridefinire il rapporto del cittadino con la spazzatura liberandola dal connotato negativo.


Il progetto conduce a due concetti importanti:
il RICICLO attraverso la mostra Sublime Disfacimento
il RIUSO attraverso le opere di Emo Formichi

IL VALORE DEI RIFIUTI

di Giovanni Hermanin
Presidente dell’AMA (Azienda Municipale Ambiente del Comune di Roma)

Il progetto Discaricart contribuisce a ravvivare l’interesse del pubblico per il problema della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti stessi cercando di illustrare il valore che essi rappresenatano.
Viviamo in una società dei consumi che segnala la propria differenza dal passato proprio attraverso la produzione di un significativo quantitativo di scarti. Ogni giorno ogni cittadino, ogni famiglia usa e getta materiali che un tempo venivano riutilizzati per la mancanza di materie prime

E’ interesse di tutti mettere in atto ogni possibile mezzo di comunicazione per formare una coscienza civica sullo smaltimento dei rifiuti, ancora oggi visto in Italia come un grave problema mentre altrove, in Europa è considerato una risorsa,




SUBLIME DISFACIMENTO

Roberto Lucifero ha concepito un progetto che non potrebbe essere più realistico. Visto che l’arte è imitazione della realtà, come dicevano gli antichi e come possiamo sempre dire,
Lucifero ha preso di mira l’aspetto più reale e paradossale insieme, evidente a tutti e costantemente esorcizzato, quello dei rifiuti e della loro progressiva invasione.
Non sono oggi i Barbari che minacciano un impero inesistente. C’è, invece, un esercito che aumenta tutti i giorni e riduce gli spazi della vita sociale. Il mondo, però, non esploderà per la superbomba, come diceva Italo Svevo alla fine della Coscienza di Zeno, ma soccomberà sotto il cumulo finale di mondezza perché tutti la producono e nessuno la vuole, tutti ne hanno bisogno ma nessuno può tollerarne la vicinanza.

Il progetto “Sublime Disfacimento” riconsidera il valore dei rifiuti e del loro recupero, ci fa riflettere sui rifiuti solidi urbani, sui pensieri rifiutati, sulle persone rifiutate, sui simboli rifiutati: frammenti sfuggiti alla griglia rigida costituita dal sistema complesso di ordinamenti in cui siamo incasellati.
Il tema, ossia la rappresentazione del rifiuto, è andato a sovrapporsi alla stessa condizione dell’artista escluso, condizione obiettiva che gran parte dei creativi vivono.
Come fiori che nascono nel letame, queste opere, che rappresentano rifiuti, hanno una bellezza condivisibile.

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